Mika Waltari, la casa dei silenzi

Il 19 settembre ricorre l’anniversario della nascita di Mika Waltari (1908-1979), uno tra gli autori finlandesi più noti nel mondo. Di recente, è stato tradotto in italiano un suo breve e struggente romanzo intitolato Riccioli d’oro. Per commemorarlo, riproponiamo un report di Giorgio Tricarico che si recò in visita alla sua casa di Helsinki (pubblicato sulla Rondine il 22 novembre del 2019)

Marcel Proust sosteneva che la lettura possa essere “un’iniziatrice, le cui magiche chiavi ci aprono al fondo di noi stessi”.
La lettura di un buon libro è un’esperienza che richiede tempo e concentrazione, una specie di soglia che possiamo attraversare in molti modi, e che ci permette di entrare in contatto con aspetti della realtà esterna, ma anche del nostro mondo interiore, sfocati, solo intuiti, o addirittura ignoti.
Se un libro risuona nella nostra anima, è perché esso tocca corde che erano in noi e che percepiamo proprio perché vengono sfiorate dalle parole che leggiamo.

Questo è ciò che ho pensato quando, un anno fa, lessi “Gli amanti di Bisanzio”, un romanzo storico del grande scrittore finlandese Mika Waltari, ambientato a Costantinopoli nell’anno 1453, durante gli ultimi giorni della città e dell’Impero Romano d’Oriente, tradotto in italiano da Nicola Rainò.
La passione per la vita, la sensualità, il desiderio, l’amore, le riflessioni sull’identità, la violenza miseranda dell’essere umano, il passaggio tra epoche diverse, sono temi che Waltari ha saputo miscelare con una sapienza non comune, in un modo che me l’ha fatto sentire assai vicino.

A un anno esatto da quando iniziai il libro, ho avuto l’inattesa opportunità di visitare la casa in cui Waltari ha vissuto dal 1932 al 1979, sita a Helsinki in Tunturikatu 13, in una zona del quartiere di Etu-Töölö fortunosamente risparmiata dal maledetto funzionalismo che continua ad abbruttire da più di settant’anni molte zone delle città finlandesi, rendendole tutte ugualmente anonime, deprimenti e senza anima.

L’appartamento in cui lo scrittore ha vissuto per più di quarant’anni non è un museo, e non è accessibile al pubblico, ma apre le sue porte un paio di volte all’anno solo per esser mostrato ai membri della Mika Waltari Seura, la società, fondata nel 2000, che si occupa di promuovere la conoscenza di questo scrittore.

Insieme con una ventina di membri della società ho dunque potuto accedere alla casa di Waltari, accompagnato dai suoi due nipoti, Joel e Saara Elstelä, figli dell’unica figlia di Mika, Satu Waltari. 

È stato molto emozionante per me aggirarmi per le stanze dell’appartamento. L’arredamento è rimasto praticamente immutato dalla morte dello scrittore, nel 1979. 
Da uno stretto corridoio si accede a un ampio disimpegno che dà sulle quattro principali stanze, e la cosa che salta immediatamente all’occhio è la presenza di decine e decine di quadri, appesi su ogni parete. 

Migliaia di libri sugli scaffali, decine di statuette antiche e sculture su ogni superficie libera, la scrivania ingombra di oggetti, incluse la macchina da scrivere e le immancabili sigarette che hanno contribuito al cancro polmonare che ha posto fine alla sua vita, vecchi album di fotografie da sfogliare liberamente, tappeti in ogni stanza, moltissime sedie, poltrone, divani che ingombrano gli spazi e che danno l’idea di una casa dove erano benvenuti molti ospiti contemporaneamente. 

Nessun oggetto elettrico, stereo, giradischi, casse, radio, nulla. 
Solo libri.

Anche se Joel mostra un tavolinetto basso su cui in passato c’era il televisore, che nonno Mika e nonna Marjatta guardavano seduti sul divano, in compagnia di lui bambino e di sua sorella Saara.
Separandomi dal gruppo della Waltari Seura, che di volta in volta occupava ogni spazio libero nelle diverse stanze ascoltando i racconti di Joel, ho soprattutto cercato il silenzio delle stanze vuote.

Le ho esplorate con attenzione, quelle stanze immobili da quarant’anni, sentendomi talvolta un intruso che si aggira dove non dovrebbe, ma anche provando molte emozioni, e immaginandomi con gli occhi della mente le giornate, le notti, i pensieri, i dialoghi, i silenzi di chi ha vissuto in quella casa, e le esperienze fatte proprio lì, in quel luogo dove mi trovavo anche io, da un artista e da un essere umano che sa ancora toccare le corde dell’anima di chi ha voglia di leggere i suoi libri.

Su Mika Waltari potete leggere anche due brevi saggi di Viola Parente-Čapková da noi pubblicati:

Per iscriversi alla Waltari Seura ed avere informazioni sulle visite si può scrivere al direttivo della Associazione: http://www.mikawaltariseura.fi/hallitusgb.html


Cartoline finlandesi è una serie di articoli che propone luoghi da scoprire, monumenti da rivisitare e angoli del Paese che non sempre entrano nelle guide turistiche.